di Mario Molfese
In silenzio,
avido e assetato,
infilerò la testa
in orci vetusti,
marciti
di crete corrotte
di vini sbiaditi
di aceti un po’ rozzi
In silenzio
berrò
alla fonte del male.
suggerò posa.
Suggerò senza posa
da un osceno orifizio,
inebriandomi il cuore
godendo il fetore
In silenzio,
ascoso e profondo,
berrò vino vecchio
ascolterò il mondo,
in disparte,
senza arte né parte
ebbro d’aceto
ubriaco ma cheto